VASTO. ‘Grazie per la possibilità di diffondere la cultura del problema che sembra insolubile, sembra che nessuno ne sappia tanto e invece c’è tanta letteratura, c’è tanto studio ed è importante che voi sappiate che ci sono tecnologie, esperti, letteratura, laboratori scientifici che stanno lavorando su questo problema.’ Lo ha detto il Prof. Gianluigi De Gennaro, docente di Chimica dell’ambiente all’Università di Bari e componente della Commissione nazionale di Valutazione dell’Impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, intervenendo all’incontro ‘Molestie olfattive, criticità e misure di mitigazione’ promosso da ARAP e ARAP Servizi per parlare di emissioni odorigene, tema estremamente sentito come ha ricordato il moderatore Orazio Di Stefano introducendo gli ospiti a una platea folta tra i quali erano presenti i consiglieri regionali Sabrina Bocchino e Pietro Smargiassi, l’assessore all’Ambiente del comune di Vasto, Gabriele Barisano, il vice-sindaco di San Salvo Eugenio Spadano, l’assessora all’Ambiente del comune di Montenero di Bisaccia Fiorenza Del Borrello, il presidente e il direttore di AssoVasto-Confindustria Alessandro Grassi e Giuseppe La Rana, il presidente di Legambiente Giuseppe Di Marco ed Elio Ciancio, direttore storico del vecchio CO.A.S.I.V.
L’evento è stato aperto dai saluti di Gianni Cordisco, controllo analogo CDA ARAP. “Questo convegno si aggiunge a un tassello di attenzione e di ascolto nuovo che è stato recuperato con il territorio e l’ambiente in cui viviamo. Questa è la postura giusta che un Ente come il nostro ha tenuto e deve tenere, quello di affrontare i problemi, di condividerli con gli agenti del territorio, farne studio così come stiamo facendo oggi e, quindi, poi cercando delle soluzioni che abbiano un senso nella direzione della mitigazione quando non è possibile una soluzione definitiva alla problematica.” Ha quindi ricordato la realizzazione del primo impianto per la produzione di idrogeno, la nascita di ARAP Energia che ha definito “uno strumento operativo di questo ente che ha lo scopo di produzione e fornitura di prossimità di energia elettrica per abbattere i costi e in parte l’impatto ambientale”, senza dimenticare di rilevare le “enormi difficoltà anche per come è concepito l’ente rispetto soprattutto alle manutenzioni. Ci stiamo lavorando, so che anche la Regione ci sta lavorando e speriamo di poter dare delle risposte.”
L’intervento del Prof. Gianluigi De Gennaro era molto atteso e non ha deluso le aspettative anzi, molti sono stati gli applausi per una esposizione che ha rivelato in modo chiaro la complessità della materia e degli interventi possibili. Il docente ha chiarito come il problema sia molto sentito dalla popolazione “perché rispetto agli altri problemi connessi alla qualità dell’aria questa volta non abbiamo degli strumenti che da subito o convenzionalmente ci possono dare delle risposte circa quello che sta succedendo, ma abbiamo le persone che lo percepiscono e la molestia è talmente impattante che porta parte della popolazione nella disperazione fino al punto di dover rinunciare a quello che ha. Chiaramente nella maggior parte delle volte stiamo parlando di danni assolutamente reversibili.” “Noi – ha detto De Gennaro – oggi abbiamo la possibilità non soltanto di mitigare, ma di abbattere, di ridurre, anche di non produrre odori però spesso questo va fatto con tecnologie che 10-15 anni fa non erano disponibili.” Quindi ha riportato ai presenti gli elementi che possono influenzare la percezione degli odori a partire dall’assuefazione olfattiva ma anche “un colore o un’immagine possono amplificare o ridurre una percezione olfattiva.” “Questi odori raramente si associano a una molecola. Quasi sempre sono un pool di molecole e ci sono diverse variabili, chimico-fisiche, soggettive e connesse con la tipologia del sito. Lo stesso impianto in siti differenti determina impatti differenti, per il territorio, per le condizioni climatiche (vento, strato basale, correnti, tutti parametri che hanno determinato una ottimizzazione della programmazione e realizzazione delle attività degli impianti soprattutto che trattano rifiuti. E abbiamo un sistema di relazione tra gli odori che possono amplificare o mascherare quell’odore, ovvero a parità di concentrazione di sostanza alcune molecole possono amplificare e stimolare il sistema olfattivo facendo percepire maggiormente l’odore, altre, invece, possono attutirlo” Ha parlato quindi degli elementi idonei a determinare i valori di percettibilità evidenziando come “il problema non va sviluppato con semplicità, ma con dei metodi e dei modelli complessi, una complessità che va sviluppata con la scienza, la tecnologia, l’attenzione della comunità.” Anche in merito alle misurazioni “occorrono diverse tecnologie che vanno integrate perché una corrobora l’altra e vanno utilizzate in relazione a che tipo di misura vogliamo fare.” Rispondendo alla domanda “chi gestisce un depuratore cosa deve fare?” De Gennaro ha risposto che “ci sono due elementi, uno quello delle tecnologie per non produrre, abbattere totalmente, mitigare parzialmente gli odori; l’altro è quello dei controlli, nel senso che io attivo un sistema di controllo quando sono sufficientemente sicuro che ho affrontato la parte sulle emissioni.” “Se sono un nuovo impianto – ha aggiunto – devo lavorare sulla tecnologia utilizzandone qualcuna che non produce odori, e ci sono. Se invece l’impianto già ce l’ho devo lavorare sull’abbattimento, eventualmente la mitigazione. Laddove non riesco in questo, prima del monitoraggio inizio a gestire, cerco espedienti nella mia timeline per cercare di conoscere come va il domani e provare a lavorare con tempistiche diverse.” Per De Gennaro, secondo l’approccio definito anche nel Decreto Direttoriale 309 del 28/06/2023, esiste “una opportuna distinzione tra il monitoraggio che noi dobbiamo utilizzare per conoscere, non per punire, chiudere, tenere aperto o per dare false sicurezze alla popolazione, e l’approccio AIA per il quale non mi interessa che impatto può avere, ma mi interessa che tu non li emetti.”
Il direttore tecnico di ARTA (Agenzia regionale per la tutela ambientale) Massimo Giusti ha puntato la sua attenzione sull’attivazione di quattro NOSE (Network for Odour SEnsitivity) “un sistema molto innovativo per fare monitoraggio per quel che riguarda situazioni un po’ critiche nella nostra regione. Per quanto riguarda questa zona abbiamo installato il NOSE in agosto e da allora alla data odierna abbiamo avuto 41 utenti registrati alla app. Più persone scaricano l’app dal nostro sito più riusciamo a fare un monitoraggio più da vicino. Dall’8 di agosto come rapporto totale abbiamo avuto 63 segnalazioni. Le segnalazioni ci servono per capire e studiare meglio il fenomeno e a questo abbiamo cercato di applicare anche uno strumento che consente anche per quanto possibile di campionare l’aria, l‘OdorPrep” che, tra le altre valutazioni, attraverso una specifica sacca “consente analisi molto particolari, ovvero le analisi odorimetriche con un metodo accreditato.” Un sistema di monitoraggio che serve a valutare anche la validità delle attività di mitigazione.
Giuseppe Torzi, direttore del dipartimento di Prevenzione della ASL Lanciano Vasto Chieti, ha ricordato come “le molestie olfattive rappresentano un problema di sanità pubblica anche se non legate direttamente con il danno ma lo provocano successivamente e noi come servizio pubblico dobbiamo intervenire.” “C’è un approccio diverso dal punto di vista sanitario specialmente per quanto riguarda le Asl – ha detto Torzi – tutta la questione ambientale viene vista in una logica più integrata, più ampia tant’è che si parla di One Health.” Un approccio che è riportato nel “Piano nazionale della prevenzione 2020-25, che prevede una programmazione a livello nazionale di quelle che sono le misure di prevenzione e di promozione della salute che devono essere attuate nei diversi ambiti regionali sulla base di tutta una serie di valutazioni che vengono fatte che derivano da quelle che sono le incidenze di alcune malattie.” Il Piano, che è stato recepito a livello regionale, “prevede tutta una serie di programmi che vanno dagli screening oncologici alle attività legate al programma uomo-ambiente-clima-salute dove prevede una serie di iniziative e come devono essere realizzate e tra queste anche come intervenire in presenza di molestie olfattive e di inquinamento odorigeno”
Direttamente interessato nel processo depurativo in particolar modo dell’impianto di contrada Padula a Montenero di Bisaccia, Gianluigi Torino, responsabile tecnico di ARAP Servizi, ha evidenziato come “con la nuova amministrazione abbiamo deciso di attuare delle misure drastiche di controllo e cercare di gestire la situazione in modo da mitigare e con l’impegno ultimo di ridurre al massimo le emissioni. La prima operazione incisiva è stata di ridurre i conferimenti del 30-40 per cento nel periodo estivo per dare una impronta di sensibilità e di tecnicismo legato alla cura del processo esteso a 360 gradi. Abbiamo cercato di ottimizzare i processi di trattamento a livello ingegneristico, migliorando l’ambiente di trattamento con una serie di accomodamenti impiantistici, sfruttando l’impianto di deodorizzazione che abbiamo installato nelle vasche, curando le ore, i tempi e i cicli di lavoro. Il tutto esteso sia nella linea dei liquidi che in quella dei fanghi il tutto per abbattere le molecole che possono generare problemi odorigeni. Ora si sta lavorando sulla copertura del canale esterno da cui arriva la fogna e che non dipende da noi e delle vasche interne oggetto di esame degli organi preposti.”
Le conclusioni sono state affidate all’Amministratore Unico di Arap Servizi Nicola Del Prete che fortemente ha voluto la realizzazione del convegno e che ha concentrato il suo intervento su quanto sta accadendo con il depuratore di contrada Padula a Montenero di Bisaccia oggetto di una “campagna di stampa la scorsa estate che è stata poco gradita soprattutto da chi con impegno quotidiano mette al servizio della comunità la sua professionalità e parlo di chi gestisce questo impianto.” “Il convegno aveva ed ha una funzione di offrire all’opinione pubblica e agli attori presenti delle informazioni tecnico scientifiche sul problema odorigeno, non il sentito dire, ma qualcosa di serio, importante, concreto su cui ragionare e su cui pianificare quello che è il lavoro non soltanto di Arap Servizi, gestore di un depuratore, ma anche di tutti gli altri attori ed è stato anche importante perché in questo contesto abbiamo avuto le prime notizie circa la funzionalità del progetto NOSE attivato dall’ARTA Abruzzo anche grazie ai suggerimenti che sono arrivati dai consiglieri di questo territorio, in particolare dai consiglieri regionali Sabrina Bocchino e Pietro Smargiassi.” Dopo aver chiarito quali materiali possano essere trattati nell’impianto, l’Amministratore Unico di ARAP Servizi, riferendosi alla possibilità di poter trattare anche sostanze pericolose, ha innanzitutto evidenziato che “per scelta aziendale seppure trattare questi rifiuti per ARAP Servizi significherebbe trarre un profitto notevolmente maggiore si è ritenuto per il momento di non avviare in impianto questa tipologia di rifiuto. Una scelta che va nel pieno rispetto del territorio che ci ospita.” Riferendosi ai presenti poi, ha detto “E chiediamoci come sia possibile che le Marine di Vasto e di San Salvo da decenni ottengano annualmente la famosa bandiera blu della FEE tra i cui parametri di attribuzione c’è la balneabilità delle sue acque, questo perché a monte ci sono due depuratori, questo di Padula e più a nord a Punta Penna quello sempre di ARAP ma gestito da SASI, che svolgono una funzione determinante per l’ottenimento di questi risultati.” In merito alle problematiche odorigene sul territorio, Del Prete ha sottolineato “la necessità di una sempre più stretta collaborazione per ottenere migliori risultati dal punto di vista della qualità della vita, che si ottiene certamente con la mitigazione degli odori caratteristici dei depuratori da parte del gestore ARAP Servizi, ma anche e soprattutto dall’adeguamento delle reti fognarie comunali, dalla eliminazione delle fosse settiche nelle strutture estive altamente ricettive che negli anni si sono moltiplicate, dalla maggiore funzionalità degli impianti di sollevamento dei reflui comunali situati nei pressi di tutta la costa compresa tra Vasto e Montenero di Bisaccia.” “In alcune occasioni, la scorsa estate, chiamato dal sindaco, mi sono recato a Montenero Marina per verificare insieme ad alcuni tecnici ed esperti la provenienza delle folate di cattivo odore e ci siamo resi conto, al di là della imprevedibilità dei venti, che questi odori erano più accentuati lì dove vi erano attività ricettive prettamente estive che ospitavano centinaia di turisti.” “Molto stiamo facendo e faremo con il progetto presentato alla Regione Molise con il quale andremo a coprire una serie di vasche che potrebbero rappresentare dei punti critici di emissioni- ha aggiunto Nicola Del Prete parlando degli interventi in atto presso l’impianto di località Padula – ARAP e ARAP Servizi hanno mantenuto l’impegno di realizzare con fondi propri la copertura dell’ultimo tratto fognario che raccoglie tutti i reflui dell’area industriale di tutti i comuni interessati. I lavori stanno procedendo speditamente e prima dell’estate saranno completati, un intervento di cui si parlava da circa vent’anni. Pur non essendo una prescrizione AIA, Arap Servizi da tre anni ha posizionato un naso elettronico all’interno del depuratore per monitorare costantemente la qualità dell’aria, meccanismo che abbiamo reso anche trasportabile per avere un monitoraggio nelle diverse aree del nostro impianto e i risultati sono già indicativi. Consapevoli anche che la delicata materia sulle emissioni odorigene comprende la modellistica meteo dispersiva abbiamo acquistato anche una centralina meteo che consentirà ai nostri tecnici di effettuare dei tracciamenti molto più precisi per elaborare dati puntuali da rendere anche pubblici. Non vogliamo essere considerati degli intrusi, ma parte integrante di un territorio che sta crescendo da un punto di vista turistico e per farlo non può fare a meno di chi offre l’essenziale servizio di depurazione e di qualità delle acque.”
(foto gentilmente concesse da Michele Tana e Gianfranco Daccò)