Il vino cotto è molto diffuso in Abruzzo e nelle Marche. La Coldiretti Marche e l’Università di Teramo hanno condotto uno studio sui preziosi benefici del vino cotto, per vedere se “i consigli della nonna” erano giusti.

La risposta è semplice: la nonna aveva ragione.
Il vino cotto si ottiene dalla bollitura e dalla fermentazione del mosto e si fa invecchiare in botti di legno. Poi si beve caldo, aromatizzato con spezie, per scacciare l’influenza e il raffreddore o si utilizza per insaporire i dolci.



Lo studio, pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica nordamericana, ha evidenziato che la caramellizzazione degli zuccheri e la reazione di Maillard (una complessa reazione che si ha con la cottura degli alimenti) che si sviluppano durante l’ebollizione del mosto, duplicano e addirittura triplicano il potenziale antiossidante del vino bianco. In questo modo si ‘catturano’ i radicali liberi, combattendo l’invecchiamento cellulare e prevenendo malattie come quelle cardiovascolari e tumorali.

