‘Abbiamo presentato questo Progetto di Legge che sottoporremo all’approvazione, che speriamo di ottenere in tempi rapidi, del Consiglio regionale affinché diventi una proposta concreta alla Camera dei Deputati in quanto ci siamo resi conto che il gender gap, ovvero la differenza del tasso di occupazione e retribuzione tra uomini e donne, è davvero incredibile tanto quanto anacronistico. Ce lo ricorda anche il Gender Gap Report 2020 del World Economic Forum dal quale è emerso che l’Italia occupa solo il 70.mo posto su 153 Paesi rispetto a due parametri fondamentali dell’occupazione lavorativa: la partecipazione politica e le opportunità economiche per le donne. Soprattutto, però, ci siamo resi conto che tale situazione subisce un acutizzarsi ancora più evidente quando le donne sono madri di figli disabili. Parliamo di persone che non hanno l’opportunità di entrare nel mondo del lavoro, di fare una vita sociale. Riteniamo quanto mai urgente e opportuno prestare massima attenzione alla questione a cominciare dal livello regionale e poi quello nazionale’.
Così Sabrina Bocchino, consigliera regionale e portavoce regionale della Lega Abruzzo, che questa mattina, nella sede della Regione a Pescara, con la Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Abruzzo, Maria Concetta Falivene, ha presentato il Progetto di Legge alla Camera volto ad agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro delle madri di figli disabili.
Un PdL che si basa su tre punti nodali che andrebbero a modificare e integrare la Legge n. 68 del 12 marzo 1999, recante Norme per il diritto al lavoro dei disabili, prevedendo che la riserva di posti di lavoro già prevista per chi è affetto da disabilità venga estesa anche alle madri; che una quota del 70 per cento dei posti che le imprese oltre i 50 dipendenti hanno l’obbligo di riservare sia riservato appunto alle madri di persone disabili; infine, che le donne che si trovino in questo status vengano incluse in un apposito elenco.
‘Ci troviamo di fronte ad una condizione in cui l’immagine della donna è tuttora pregiudicata dal ruolo di madre che la porterebbe ad assenze ripetute dal lavoro, o quantomeno, ad una riduzione delle ore lavorative – evidenzia la portavoce della Lega Abruzzo – le ragioni del divario a livello di occupazione e di retribuzione sono quindi riconducibili proprio al ruolo centrale della donna nella cura dei figli e della famiglia ancor più quando è parte del nucleo familiare un bambino disabile il quale, per tutte le problematiche correlate al suo status, dai disturbi ai bisogni intrinseci nella sua stessa condizione psico-fisica, necessita di cure costanti e dispendiose di tempo e di denaro’.
‘La riforma proposta, di cui la Regione Abruzzo sarà portatrice – chiosa la Bocchino – va nella direzione di tutelare la famiglia e di creare opportunità per quelle donne che sono già alle prese con problematiche davvero difficili e non per questo devono sentirsi messe all’angolo, nel pieno rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione italiana e del Trattato europeo, ma soprattutto del buon senso’.